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Se si pensa alla “morte” di una città, vengono subito alla mente catastrofi naturali o eventi bellici quali possibili ed uniche cause di un simil fenomeno. In effetti, i libri di storia non mancano di raccontare di casi in cui interi villaggi vengono saccheggiati e devastati da popoli nemici ovvero distrutti da terremoti, uragani e tsunami. Episodi analoghi, a ben riflettere, si verificano ancora oggi. Per questo, nell’immaginario collettivo, raramente si associa l’idea di “una città che muore” ad un evento silenzioso, meno scenografico, ma ugualmente fatale. Come fatale può essere una lenta, ma progressiva “emorragia” interna, causata dall’indebolimento di quel legame che è fondamento di una città e ne plasma l’identità, quello tra le persone che la abitano e le attività che la animano. Laddove una di queste due forze si allenta, l’altra inevitabilmente la segue.
Questo è ciò che indaga Stato in luogo